Fabio Dei
(tratto e riadattato da La discesa agli inferi. J.G. Frazer e la cultura del Novecento, ed. Argo, 1998)
- Le origini del Ramo d’oro.
Nel novembre del 1889, in una lettera all’editore MacMillan, Frazer annuncia di aver appena completato uno «studio di storia della religione primitiva», incentrato sulla spiegazione, tramite il metodo comparativo, di una singolare regola di successione dei sacerdoti del santuario di Diana Nemorensis ad Aricia, presso Roma. Il sacerdote, Rex Nemorensis, entrava in carica uccidendo il suo predecessore in un duello, e vi restava finché non veniva a sua volta ucciso da un successivo candidato. Ecco come Frazer descrive questo costume, nelle pagine iniziali del Ramo d’oro:
Secondo l’opinione degli antichi, questo ramo fatale s’identificava con quel ramo d’oro che Enea colse per invito della Sibilla prima di accingersi al suo periglioso viaggio nel regno dei morti […] Questa regola di successione per mezzo della spada veniva ancora osservata nei tempi imperiali… e un viaggiatore greco che visitò l’Italia al tempo degli Antonini scrive che, anche ai suoi tempi, il sacerdozio era il premio della vittoria in duello [GBa: 10]