Diffondere nella comunità, soprattutto nei giovani, il piacere di ricercare ed esprimere il bello in ogni esperienza della vita è sicuramente un impegno significativo. In particolare la formazione e l’educazione dovranno mirare a favorire il gusto del bello e l’impegno a rendere i propri ambienti di vita accoglienti e significativi per favorire la socialità nella comunità.
È stato significativo in questi anni la creazione, nel nostro territorio, da parte dei giovani e della comunità di spazi accoglienti, spazi di vita che parlano il linguaggio dei colori e delle forme della natura.
Leggendo il tema di Gramsci ventenne, studente al liceo Dettori di Cagliari pubblicato da Gard Lerner nel “Il Fatto Quotidiano” del 24-06-22, possiamo condividere e riportare all’oggi la sua riflessione sottolineando che non esiste un’epoca che non possa produrre bellezza ma “…in ogni tempo e in ogni luogo, chi sente bollire nel proprio cervello fantasmi di bellezza e di arte, possa fingersi una sua favola bella. Io credo appunto che il torto dell’età moderna sia quello di aver disgiunto l’arte e la bellezza della vita comune, di avere relegato tutte le più belle espressioni del sentimento artistico nei musei e nelle gallerie, dove solo gli iniziati sono ammessi al culto della divinità…”.
I vari progetti realizzati nel tempo con un lavoro integrato tra diverse realtà associative (associazione Arianna Onlus, Fondazione Il Campo dell’Arte e altre associazioni che si sono nel corso degli anni avvicendate) hanno sempre inteso portare la bellezza e l’arte nei territori che diventano così luoghi aperti al bello e patrimonio comune. Il museo quindi non sarà più soltanto uno spazio chiuso e lontano dal quotidiano, ma si diffonde nel territorio con il contributo diretto dei cittadini accompagnati dall’artista-animatore. Le attività sono il risultato di un progetto che l’artista elabora condividendolo con i partecipanti: ognuno con la propria sensibilità e le proprie capacità crea un’opera che è parte di un tutto, con un confronto continuo tra le persone nel gruppo e il gruppo con l’artista.
Come sottolinea Gramsci, non dobbiamo permettere l’imbarbarimento determinato dal disprezzo “… di tutto ciò che non interessa il nostro utile immediato…”. Oggi ancora più che nel passato l’arte dovrà servire a creare in ogni persona un forte contatto e una particolare cura per il territorio e la natura. Un viaggio collettivo per un programma di salvaguardia del nostro pianeta.
Oggi più che mai si sente il bisogno di trasformare il territorio in un museo diffuso di comunità. Molte sono le esperienze che si stanno diffondendo nel mondo e anche nel territorio dei Castelli Romani grazie a progetti innovativi che hanno saputo far crescere la comunità in consapevolezza e in azioni concrete accompagnate da artisti ed esperti che diventano così anche animatori sociali e culturali.